Promuovere il vero caffè espresso italiano tradizionale e proteggere la cultura e la tradizione dell’Italia, è questo l’obiettivo principale che ha spinto il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale (CTCEIT) a candidare la bevanda nazionale a Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Riportiamo di seguito una comunicazione di FIPE.
L’operazione di valorizzazione di un’eccellenza tutta italiana come il caffè espresso è stata presentata il 3 dicembre presso la Camera dei Deputati, durante una conferenza stampa aperta dall’On. Maria Chiara Gadda (IV) e che ha visto la partecipazione del Presidente del Consorzio, Giorgio Caballini di Sassoferrato, del sociologo Massimo Cerulo, e degli Onorevoli Filippo Gallinella (M5S), Federico Fornaro (LEU), Franco Manzato (LEGA), Flavia Piccoli Nardelli (PD), Roberto Pella (FI) e Luca De Carlo (FdI).
Oggi che la procedura di candidatura avanza nel suo iter burocratico, il CTCEIT ha deciso di organizzare un tour nei locali storici delle principali città, in particolare nelle Città Creative Unesco in Italia (Bologna (musica), Fabriano (artigianato e arte popolare), Roma (cinema), Parma (gastronomia), Torino (design), Milano (letteratura), Pesaro (musica), Carrara (artigianato e arte popolare), Alba (gastronomia).
– per insegnare come si prepara il vero caffè espresso italiano;
– per trasformare ogni barista in un ambasciatore del gusto;
– per favorire il dialogo con i portatori di interesse sul valore culturale e sociale del caffè: tradizione, gestualità, memoria e condivisione.
Altra attività di assoluto rilievo è stata la condivisione del progetto con le Comunità internazionali che hanno già, o stanno avendo, il riconoscimento di Patrimonio per l’umanità del loro Paesaggio (cultural landscapes). Si tratta di azioni necessarie a estendere la rete a supporto della candidatura, indispensabile affinché l’Unesco riconosca il caffè espresso italiano tradizionale quale Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
“Questa – sottolinea il Presidente del Consorzio, Giorgio Caballini di Sassoferrato – è un’operazione identitaria e di promozione di un’eccellenza famosa in tutto il mondo. Gli italiani hanno inventato sia il caffè espresso che la macchina che si trova in tutti i bar. Attorno al chicco di caffè è nata un’occasione di lavoro per tante persone e tante generazioni.
Il percorso fatto finora ha coinvolto tante persone nella testimonianza del valore sociale del caffè espresso italiano tradizionale, narrato in modo efficace dal progetto “I Grani della Memoria”, condotto dall’Università di Scienze Enogastronomiche. Valorizzare sia la bevanda che l’intero settore dovrebbe essere una priorità per il Governo del nuovo umanesimo, per citare il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte”.
“La partecipazione di tanti esponenti di primo piano di diversi partiti è la testimonianza del fatto che il caffè espresso è un bene di tutti, assolutamente trasversale"
Prendiamo atto con piacere della vicinanza dimostrata dalla politica italiana nell’accompagnarci in questo percorso.
Asciutto, amaricante, erbaceo.
L'origine della coppetta è naturalmente incerto. Proprio come ogni bella storia del mondo dei cocktail.
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