Nell’incantevole paesaggio alpino della Val Venosta, all’ombra delle imponenti Ortles, fra le caratteristiche abitazione di Glorenza, nasce, nel 2010, l’idea di realizzare il primo whisky italiano.
La Val Venosta
Un’idea, quella di Albrecht Ebensperger, scaturita tanto dalla passione personale per questo distillato (in particolare per lo Scotch whisky) quanto dalla diffusione, proprio in questa valle montana, della coltivazione dei cereali. L’intera zona è infatti conosciuta anche come il “granaio del Tirolo” vista la grande quantità di segale raccolto in queste terre; segale che viene impiegato da Puni per realizzare il primo Italian Malt Whisky. Il nome della distilleria deriva da un secondo, fondamentale, elemento necessario per creare un grande whisky, l’acqua.
Il Rio Puni è infatti il fiume alpino che attraversa la valle prima di sfocia nell’Adige nei pressi di Sluderno. E’ quindi l’attaccamento alla propria terra, alle proprie radici l’elemento fondante di questa distilleria, che, appare chiaro sin dal toponimo scelto, proprio come accade con i nomi gaelici dei produttori di scotch whisky. Tradizione (altoatesine ma anche scozzese) quindi ma anche modernità, rappresentata in primo luogo dall’architettura dell’azienda, un elegante cubo, sono i binari su cui si sono mossi Lukas e Jonas, veri fautori di questo whisky, coadiuvati, in una primissima fase, da un gruppo di esperti “in kilt” giunti appositamente.
La produzione
Gli alambicchi provenienti da Rothes
Punto di partenza della produzione di questo Italian Malt Whisky sono i cereali della Val Venosta, coltivati in campi che raggiungono anche i 1500 metri di altezza. Accanto ad un’antica qualità di segale, i cui appezzamenti si estendono sotto l’abbazia di Monte Maria, vengono utilizzati malto d’orzo e di grano, tutti provenienti dalla zona, per restituire un gusto più rotondo e complesso. Macinati e macerati in acqua calda i malti, trasformati nel cosiddetto “worts”, vengono poi versati, insieme ai lieviti, in vasche di fermentazione, anch’esse ricavate da legno proveniente dall’Alto Adige. Come per i whisky scozzesi anche l’Italian Malt viene realizzato attraverso una distillazione discontinua in pot-still, creati appositamente per Puni a Rothes, una cittadina a sud di Elgin nello Speyside. Tradizione e modernità si incontrano qui nuovamente: se i due grandi contenitori sono stati costruiti rispettando tutti i crismi della tradizione, il controllo della temperatura e il sistema di riscaldamento degli alambicchi sono assolutamente innovativi. L’uso dell’acqua calda al posto del vapore consente infatti di regolare con molta più precisione i gradi raggiunti dal composto. Una volta distillato il whisky non resta che invecchiarlo.
La distilleria
A seconda della tipologia di invecchiamento vengono utilizzate botti ex-boubon, botti di rovere americano vergine e botti ex-marsala. Il particolare clima di Glorenza dona al distillato un tono unico e immediatamente distinguibile. Gli invecchiamenti più giovani vengono infatti effettuati all’aperto, dove l’alternanza fra estati calde ed inverni molto freddi, contribuisce ad una “maturazione” molto particolare del prodotto, mentre per quelli più lunghi si è preferito utilizzare dei luoghi con un’umidità ed una temperatura costante, i bunker della Seconda Guerra Mondiale.
I prodotti di Puni
Puni Nova
Dopo aver immesso sul mercato dei prodotti ancora acerbi, uno spirito bianco non del tutto decifrabile e un giovanissimo (sei mesi) invecchiamento in botte di marsala, nel 2015 sono stati lanciati i primi due Italian Malt Whisky: Nova e Alba. Dopo trentasei mesi in botti di rovere americana è nato infatti Nova, distillato delicato dal colore giallo paglierino. Morbido e delicato è il più profumato dei prodotti realizzati da Puni, con le sue leggere note di frutta e un piacevole ricordo dolce, che spazia dal miele alla vaniglia.
Puni Alba
Sicuramente adatto anche a palati meno avvezzi al consumo di whisky dimostra, anche dopo soli tre anni, tutte le potenzialità di questa distilleria. Più complesso ed articolato è invece Alba, che, grazie ad i suoi trentasei mesi in botti di Marsala e ad una finitura in botti provenienti da Islay, si presenta come un distillato più vicino ai gusti di chi ama un bere più difficile. Le note di torba, tipiche dei distillati provenienti dalla piccola isola delle Ebridi Interne, arricchiscono infatti il bouquet di questo prodotto, per un gusto deciso, speziato e forte. Il lungo e particolare invecchiamento fa infatti emergere sentori di frutta matura e frutti rossi, ma anche un’anima meno dolce sebbene più particolare e ricca.
Asciutto, amaricante, erbaceo.
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