Quando andiamo al mercato, dal nostro fruttivendolo di fiducia per acuistare della frutta, per esempio delle mele, abbiamo ben presente le differenti caratteristiche delle tante varietà disponibili, sappiamo bene che una Red Delicious avrà un bel colore rosso, una forma inconfondibile, una buona dolcezza e una texture molto particolare mentre magari una Granny Smith spiccherà per la propria acidità, la compattezza e il suo colore verde, caratteristiche diverse da quelle di una Golden o di una Pink Lady….
E se parliamo di caffe? In questo articolo cerchiamo di dare uno sguardo alle diverse varietà di Coffea Arabica coltivate nel mondo, parliamo delle varietà botaniche più comuni analizzandone un po’ la storia, le zone di coltivazione e le loro principali caratteristiche in tazza. Non si può non iniziare a parlare di varietà botaniche del caffè senza partire dalla “Patria” del caffè , l’Etiopia, da qualcuno definita una vera e propria Disneyland per gli amanti del caffè dove nelle varie zone di produzione, ( Yrgacheffe, Sidamo, Hatrar. ..) migliaia di varietà botaniche , molte ancora non catalogate, crescono spontaneamente e spesso vengono classificate come Ethiopian Heirloom.
TYPICA
Questa varietà è la discendente diretta di quella che conosciamo come la “pianta nobile”, regalata ai Francesi dagli Olandesi nel 1714. Nel 1723 un pericoloso viaggio, sotto la guida del capitano di marina Gabriel de Clieu, la condusse nell’isola caraibica di Martinique e da un’unica pianta che sopravvisse al viaggio si conta che dopo appena 50 anni ci fossero almeno 18 milioni di piante coltivatesull’isola. Probabilmente la quasi totalità del caffè coltivato in Centro e Sud America nei successivi 150 anni proviene proprio da quella pianta. Oggi la varietà Typica viene coltivata raramente a causa della sua bassa produttività e della sua suscettibilità alle malattie. In tazza la Typica è conosciuta per la sua dolcezza e per la sua complessa acidità. In alcuni casi, se coltivata ad altitudini elevate può offrire sentori floreali eccezionali. Essendo una delle varietà più antiche coltivate in America ne esistono molte mutazioni regionali come Villalobos, Kona (Hawaii), Jamaica Blue Mountain, Maragogype (Brasile), Pluma Hidalgo (Messico), San Ramon (Guatemala), Bergundal (Indonesia), Kents (India)…..
BOURBON
Tra il 1715 e il 1717 dei missionari Francesi guidati dal Capitano Dufougeret-Grenier
introdussero una pianta di caffè sull’isola di Bourbon, oggi la Reunion nell’Oceano Indiano. Questa pianta una volta coltivata sull’isola ebbe una mutazione genetica che fece nascere una nuova varietà botanica che nel 1860 venne introdotta in Brasile e più tardi in Africa Orientale (Burundi, Rwanda, Congo). In Africa questa varietà è conosciuta come French Mission Bourbon. Anche se leggermente più produttiva rispetto alla varietà Typica il Bourbon viene comunque considerato come una varietà di “bassa resa” e meno resistente alle malattie di altre varietà coltivate. La qualità in tazza è molto alta con una grandissima dolcezza e un’acidità complessa e ben bilanciata. Come per la Typica anche il Bourbon ha dato vita a delle mutazioni che hanno portato ad altre varietà regionali (Pacas, Villa Sarchi, Teksic, Mbrizi ….) e delle varietà le cui drupe maturano diventando arancio o gialle invece che rosse.
CATURRA
Scoperta per la prima volta nel 1935 nei pressi della città brasiliana di Caturra questà varietà deriva dal Bourbon. Si ritiene infatti che una mutazione del gene che controlla la distanza tra i rami sul tronco sia la causa di questa crescità “compatta” della pianta di Bourbon. A causa della sua alta produttività e la sua relativa facilità di coltivazione si è largamente diffusa in tutto il Centro e Sud America. Oggi alcuni dei migliori esempi di questa varietà si possono trovare in Guatemala e Colombia dove grazie ad altitudini elevate e un accurato processo di lavorazione vengono esaltate le caratteristiche di dolcezza ed acidità bilanciata ereditate dal Bourbon.
CASTILLO
La varietà Castillo è un ibrido creato dal Cenicafè (Colombia’s National Coffee Federation) per combattere il fungo conosciuto come “Leaf Rust”(Ruggine delle Foglie) che negli anni 80 e 90 aveva devastato buona parte delle piantagioni colombiane. Nel 2005 il Cenicafè, dopo anni di lavoro ha offerto sussidi e favorito la sostituzione e il rinnovo delle piante di caffè con questa varietà.
In tazza il Castillo è conosciuto per le sue note fruttate, una buona acidità ma anche per una possibile e leggera astringenza nel finale.
A presto per la seconda parte….
Asciutto, amaricante, erbaceo.
L'origine della coppetta è naturalmente incerto. Proprio come ogni bella storia del mondo dei cocktail.