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IL DECALOGO DEL BARMAN

IL DECALOGO DEL BARMAN
Mi collego ad un articolo  in cui il Maestro Gualtiero Marchesi detta dieci regole per quello che lui ritiene il cuoco  perfetto. Il pensiero è immediato… E se provassimo a trasformarle in dieci regole per  il barman perfetto?
Un piccolo giochino, un esercizio di stile che potrebbe far bene a molti.
Prendetolo con un sorriso:
  1. Barman è un mestiere o meglio ancora , un servizio, un ministerium.
  2. La divisa, in ordine, elegante è un segno di rispetto verso il cliente e serve anche a  comunicargli degli aspetti imprescindibili: l’onestà, la pulizia, il rispetto. ( Ricordo ancora quando , nei miei primi momenti dietro il banco, i Barman piu esperti mi raccomandavano di  non mettere anelli, orologi ecc. Ovviamente di tatuaggi neanche a parlarne!)
  3. La legge del barman è la ricetta di cui è esecutore, ricordando che ogni buona esecuzione presuppone  una quota d’interpretazione, attentamente dosata, non eccessiva ma neanche assente,  introdotta con rispettosa discrezione. A un livello più alto sta il compositore.
  4. Ai diversi gradi di esperienza e conoscenza corrisponderanno tre figure:  l’esecutore, l’interprete e il compositore.Per raggiungere questi traguardi, il barman dovrà impadronirsi della tecnica e aver fatto pratica di tutti i tipi di cocktail e delle principali tecniche.
  5. Un elemento importante per arricchire le proprie esperienzeè sicuramente la conoscenza dei prodotti, la loro storia, le origini e gli    ingredienti di cui sono composti.
  6. Lo studio delle culture alimentari di altri Paesi, può contribuire a formare una conoscenza più ampia dell’arte della   mixology e delle sue realizzazioni con  differenti aspetti e contenuti.
  7. La capacità di un barman poggia su due pilastri: la conoscenza della materia e dei modi di trattarla nel rispetto della sua natura.
  8. Soluzioni tecniche e virtuosismi non possono prescindere dalla conoscenza di tecnica e materiali nella concezione e nell’esecuzione.  La tecnica è uso appropriato, controllato e non distruttivo, degli strumenti più adatti all’operazione che si sta eseguendo, senza uccidere la materia.
  9. Ad ogni preparazione, il barman deve sapere perfettamente cosa è giusto fare: quali sono tempi e modi della preparazione l’esatta  temperatura e, ove necessario, la durata della stabilizzazione, giacché anche il riposo è parte importante del trattamento, come la pausa o il silenzio nella partizione musicale.     La presentazione finale dipende molto dalla scelta del contenitore più adatto e della decorazione.
  10. Uno dei compiti che fanno onore al buon barman è quello di divulgare e incrementare la cultura del bere bene e consapevole per un verso   insegnando a bere bene e correttamente con i drink preparati, per altro verso istruendo i giovani e passando il testimone a chi lo merita, introducendolo alla  cultura del bere bene, che quando è veramente tale è esperienza consapevole, ricerca applicata in continuo perfezionamento e adattamento alla vita.
Grazie Maestro Marchesi!
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