Le infusioni alcoliche a base di erbe, radici e spezie, nascono con uno scopo ben preciso: la medicina naturale. Con assoluta certezza possiamo dire che il bitter, nessuna differenza di genere tra amaro e bitter, ma evoluzioni di gusto socialmente diverseutilizzato oggi quasi esclusivamente nella miscelazione, fa parte della famiglia dei liquori amaricanti. Alla base quindi possiamo dire che non c’è nessuna differenza di genere tra amaro e bitter, solo una storia sviluppatasi su evoluzioni di gusto socialmente differenti. Mentre gli amari bevuti a tavola come fine pasto trovano nell’Italia una importante tradizione secolare, i bitter si sviluppano nel nostro paese nella prima metà del ‘900 con l’avvento della mixology portata dagli americani.
Nella storia delle preparazioni alcoliche gli amari trovano origini antichissime. Prodotti dai frati, come spesso accade, gli amari erano prodotti officinali (e forse lo sono ancora), creati attraverso infusioni di erbe e radici nell’alcol. Il nome deriva dal gusto ed erano usati a scopo curativo sia per digerire banchetti che per combattere l’inappetenza. In quest’ultimo caso, badate bene, soprattutto nei bambini. Una storia antica quindi, con una forte tradizione italiana legata alla grande biodiversità che il nostro paese ha sempre offerto. Dalle cure dei frati Benedettini alle tavole, dalla cura dell’inappetenza all’ausilio digestivo, è roba di un secolo (più o meno). Il principio è lo stesso: stimolare i succhi gastrici nello stomaco in un senso per digerire, nell’altro per amplificare il senso della fame.
“Il bitter è una cosa radicale. Non è un gioco di parole, parliamo proprio di un prodotto che viene dalle radici e dall’essenza di qualcosa di naturale. Anche il bitter trova origine nella medicina ed era considerato quasi come una panacea per ogni tipo di male. Venendo dall’estrazione per infusione alcolica di piante, spezie e radici, anche il bitter era amaro. Anzi, bitter in inglese significa appunto amaro.
L’ingresso di questi due prodotti officinali come bevande alcoliche di uso comune, è dovuto alle incredibili caratteristiche organolettiche degli estratti naturali, che apportavano ricercatezza e profumi nel nuovo modo di bere. Gli aperitivi in Italia nascono nei bar e nei salotti buoni del nord d’Italia, in un periodo in cui si cominciava a miscelare alcolici per creare dei drink capaci di stimolare l’appetito. Era sbarcata la mixology americana e l’amaro era la caratteristica perfetta. Gli amari erano serviti assoluti, grazie (non sempre) a uno sviluppo sempre più tendente a una dolcezza ruffiana. Il bitter invece è tutt’ora quasi sempre miscelato, perché, “la sua caratteristica principale è decisamente un amaro spinto”.
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