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Libri da tenere sul bancone: Il Liquorista Pratico (1897) di Luigi Sala. Clicca e scarica la versione PDF.

Libri da tenere sul bancone: Il Liquorista Pratico (1897) di Luigi Sala. Clicca e scarica la versione PDF.

Titolo: Il Liquorista PraticoAutore: Luigi SalaEditore: Casa Editrice BiettiAnno: 1897 (Terza Ristampa)Vale la pena rispolverare, per almeno due validi motivi, il testo ultracentenario di Luigi Sala, “Il Liquorista Pratico”. Innanzitutto perché al suo interno contiene notizie e istruzioni per confezionare prodotti di grande attualità come le preparazioni fatte in casa, o detta all’inglese home-made: infusioni, estratti, sciroppi marmellate e così via. L’altra buona ragione per consultarlo è l’ampio spazio dedicato alla liquoristica italiana.Il testo, stampato nel 1897, raccoglie 1000 e più ricette con l’obiettivo da parte dell’autore di diventare un “Manuale alla portata di ogni intelligenza”, formato “in termini semplici, ma chiari e famigliari”. Contiene consigli e spiegazioni utili per chi vuole sperimentare tra ratafià, vermouth, maraschino, mistrà, rosolio, verdolino, rosolio, gins (sic!). Detto questo vi suggeriamo di prestare molta attenzione. La regola generale in Italia è che tutto quanto viene preparato “in casa” non può essere conservato, ma va destinato al consumo nell’arco della giornata, cioè entro 24 ore. A meno di non seguire procedimenti “industriali” di produzione alimentare, che richiedono strutture, attrezzature e l’applicazione di procedure Haccp molto precise.Quindi, evviva l’homemade, ma attenzione all’homemade. Anche perché i “pionieri” italiani, come Luigi Sala, di questo tipo di preparazioni ne fanno un racconto che potrebbe trarre in inganno il neofita. Come ha dichiarato recentemente a Bargiornale Dario Comini - il patron del Nottingham Forest di Milano - tutto può prestarsi a creare home-made: «Fiori, cortecce, spezie o semi da cui si possono estrarre gli aromi con tecniche diverse».Ma prestando anche molta attenzione, perché in Italia le norme sulla sicurezza alimentare sono molto più rigide che altrove e, ha osservato Comini: «Spesso non ammettono queste preparazioni, o le tollerano male, rendendo la vita difficile al bartender con severe restrizioni, richieste dei documenti di provenienza degli ingredienti o dello storico di preparazione, oppure accettando soltanto la produzione di quantità ridottissime».Buona letturaClicca QUI per scaricare il libro in formato PDF

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