Quanti significati può assumere una sosta al bar, con un buon espresso o un cappuccino cremoso? Noi italiani lo sappiamo bene: una pausa al bar può essere un momento per rifocillarsi, il modo per iniziare la giornata con il piede giusto oppure un’occasione per sedersi ad un tavolino con una persona cara e passare del tempo insieme.
In Italia amiamo frequentare bar, caffetterie e pasticcerie, come dimostrano i dati Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) relativi a 2019; vediamo insieme cosa emerge dal Rapporto Ristorazione, per scoprire meglio le abitudini di consumo nel nostro Paese.
Il bar è un luogo amato soprattutto per la colazione: il 65,7% del campione intervistato ama fare colazione fuori, in particolare il 14,5% si concede una sosta mattutina al bar 3 o 4 volte a settimana, e l’11,2% tutti i giorni.
Chi, invece, sceglie il bar per la pausa pranzo è il 39%, dato che supera – seppur di poco – il 36% che preferisce ristoranti e trattorie. Approfondiamo ora lo situazione dei bar in Italia, per comprendere meglio come è strutturato questo settore così importante per il nostro Paese.
Tra le imprese che si occupano di ristorazione, il settore bar è il più forte: nel 2019 in Italia si sono contate quasi 150 mila attività commerciali iscritte ai registri come “bar e altri esercizi simili senza cucina”, di cui i due terzi si concentrano in sole sei regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania.
Bisogna però tenere presente che, a fronte di un numero complessivo di bar molto elevato il saldo degli esercizi che hanno abbassato la saracinesca è purtroppo negativo: se 6.335 imprese hanno avviato una nuova attività, 12.000 l’hanno cessata, con una forbice di 5.644 unità (dati Fipe 2017).
Il fatturato medio dei bar italiani è di 465 mila euro all’anno: il risultato netto però – ovvero la differenza fra il totale dei ricavi e il totale dei costi – è lo 0,3% di questa cifra. Per comprendere meglio questo dato è opportuno considerare quanto spendiamo noi Italiani al bar, ben consapevoli del fatto che, a fronte di una forte cultura del bar come luogo di ritrovo e ristorazione, gli scontrini sono tendenzialmente da pochi euro.
La spesa media per la colazione è di 2,50 euro, scontrino che può indicare – tendenzialmente – una colazione fatta con caffè e cornetto. Solo l’1,9% spende meno di un euro, e tra questi la maggioranza sono i cosiddetti heavy consumer, ovvero coloro che fanno colazione fuori tutti i giorni consumando, però, solo un caffè.
Dato interessante da considerare è che i giovani tra i 25 e i 34 anni sono la fascia di età che spende di più per fare colazione fuori: il 22,5% spende infatti più di 3 euro.
“Caffè e cornetto, per favore”: questo stereotipo trova effettivo riscontro nei dati Fipe a nostra disposizione.
I cibi più ordinati per la prima colazione, infatti, risultano essere:
A pranzo, invece, il 36% degli intervistati sceglie un panino, il 14,9% ordina l’antipasto, il 54,7% un primo piatto, il 38,7% un secondo, il 38,5% un contorno e solo il 9,6% un dolce o gelato.
Italiani, una cosa è certa: siamo conosciuti in tutto il mondo per la nostra convivialità, con un cornetto in una mano, un caffè nell’altra e seduti a tavola con i nostri cari. Noi Italiani stiamo bene così … e le statistiche lo confermano!
Tequila bianca, avocado, lime e una tintura pepata!
Creato da una delle più famose Barlady di tutti i tempi: Ada Coley Coleman.