Nessuno si scandalizzi ma il Moskow Mule si beve, rigorosamente, in una tazza di rame. Qualsiasi altra possibilità è un compromesso e comunque fuori da regole e tradizioni. Comunque inadatta ad un cocktail ritenuto uno dei pilastri del bere miscelato, diventato di moda negli ultimi anni ma non per questo da considerarsi alla stregua di molti fenomeni di passaggio del “bere miscelato”.
Per capire meglio cominciamo dalla storia del Moskow Mule, quelle famose origini che sono alla base di ogni grande cocktail. Chiariamo subito uno dei soliti e scontati equivoci di questo drink, il nome. Non c’entra nulla, infatti, con la Russia se non per il fatto che è base di vodka (4,5 cl) a cui si aggiunge ginger beer (12 cl) e lime (0,5). Nonostante il suo nome, il Moscow Mule(Mulo di Mosca) viene sperimentato per la prima volta nel 1941 a Los Angeles, California. A “crearlo” sono due personaggi che in quegli anni iniziano a farsi strada: John G. Martin, che ha appena acquisito per 14 mila dollari un’azienda allora molto piccola, la Smirnoff, e Jack Morgan, gestore del Cock’n Bull, un locale di Hollywood frequentato da molti personaggi famosi. All’epoca la vodka non era molto popolare negli Stati Uniti.
Facile anche capire il motivo visto che è un distillato di origine russa e veniva quindi associata all’Unione Sovietica. I due però non se ne fanno certo un problema. Né tantomeno un limite. Hanno idee molto precise e soprattutto tanta voglia di creare qualcosa di importante. Martin cerca un modo per pubblicizzare l’azienda di cui è appena diventato proprietario e Morgan sta provando a rendere popolare la sua produzione di ginger beer. Provare a mettere insieme le due bevande sembra la soluzione più semplice. E naturalmente anche la più efficace, come spesso per la maggior parte delle grandi idee. Il Moscow Mule ha immediatamente successo e in poco tempo si diffonde in tutti gli Stati Uniti. La particolarità di questo drink e anche una delle chiavi della sua notorietà e forza seduttiva è che viene servito in tazze di rame (quelle originali di Smirnoff avevano un mulo impresso sul davanti). E questo avviene per due ragioni. La prima deriva dal fatto che il rame è un ottimo conduttore per cui la tazza si raffredda velocemente, la seconda è invece meno “scientifica” e si basa sull’interazione tra il rame e il lime che aggiunge qualcosa di particolare al gusto del cocktail. Occorre anche ricordare che il nome di questo cocktail viene cambiato presto in Vodka Buck, come tutti quelli che facevano parte della famiglia dei Buck Cocktail, drink a base di Ginger Ale o Ginger Beer.Un nome, però, che stentava a decollare mentre volava letteralmente il consumo della bevanda, da Los Angeles a Manhattan fino agli anni Cinquanta quando finalmente la vodka riesce a conquistare anche l’America. Una conquista che fa anche la fortuna della Smirnoff che decide quindi di tornare al nome originale lanciando anche la speciale tazza di rame con tanto di mulo inciso, in onore degli inventori. Da quel momento il successo del cocktail è letteralmente inarrestabile grazie anche a massicce campagne pubblicitarie: nelle pagine dei quotidiani si trovano ogni genere di consumatori soddisfatti dal Moscow Mule, tra cui anche Woody Allen che lo ambienta in decine di film, categoricamente servito nelle tazze di rame.
Eccoci adesso alla composizione. Il Moscow Mule è considerato un long drink con un tenore alcolico non troppo alto (la ricetta ufficiale dell’IBA, International Bartenders Association gli assegna un grado alcolico di circa 38,8%) e dissetante per eccellenza, grazie anche all’uso dello zenzero. Gli ingredienti? Vodka, ginger beer, succo di lime e una fetta di lime come guarnizione al massimo. Fine. Niente cetriolo come qualcuno invece continua ad usare, probabile tocco “russo” che qualche bartender dell’est Europa ha voluto dare al Moscow Mule seguendo la discutibile tradizione del posto di mangiare qualche cetriolino in salamoia mentre si bevono “shottini” di Vodka. L’esecuzione? Colmate un bicchiere di ghiaccio, versate la vodka, la ginger beer, quindi il succo di lime. Infine, in mancanza della ginger beer potete sostituirla con girger ale e zenzero grattuggiato. Qualcuno al posto del succo di lime usa quello di cedro. Il risultato non è male affatto. Come ogni ricetta classica che si rispetti, anche il Moskow Mule ha le sue divagazioni, varianti più o meno accettabili. Variazioni sul tema spesso dettate dalle mode del momento. Gli esempi sono tanti (e non tutti da seguire). Se al posto della vodka usiamo la tequila ecco “El Burro” o “Mexican Burro”. Poi c’è il “Kentucky Mule”, preparato ovviamente con il bourbon. Una variante molto di moda è quella con il gin, il GinGin Mule,che in effetti si combina perfettamente con lo zenzero. Infine, ma forse da provare anche prima degli altri, ecco il “Dark and Stormy”, la versione tropicale del drink a base di rum scuro.
Anche questo davvero rinfrescante. Mai come l’originale, naturalmente.
Salute!!
La nascita dell'International Bartenders Association e dei suoi ricettari!
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I mocktail sono miscelazioni originali e prive di alcol frutto dell'estro e della creatività del barman.